Luigi Di Gianni (1926-2019) è stato un vero intellettuale del cinema italiano. Di origini lucane (padre nativo di Pescopagano), laureato in filosofia, nella sua vita è stato regista, sceneggiatore e documentarista. Diplomatosi in regia al centro Sperimentale nel 1954, ha ricoperto anche la carica di presidente della Lucana Film Commission.
A lui il critico e storico cinematografico, Giacomo Martini ha dedicato un volume edito nel 2025 per la casa editrice I Quaderni del Battello Ebbro, e intitolato “Lambda. Il mondo libero di Luigi di Gianni”.
Il testo, presentato Giovedì 20 marzo presso la Sala Conferenze del Polo Bibliotecario di Potenza, è un’occasione per ripercorrere la carriera artistica del regista e documentarista, contrassegnata da una intensa ricerca antropologica e per aver raccontato il Mezzogiorno d’Italia attraverso il cinema.
E così che si riscopre ad esempio Magia Lucana, uno dei primi documentari del Di Gianni regista, e che valse all’autore il premio di miglior documentario alla Mostra di Venezia nel 1958. Oltre ad aver avuto il privilegio di essere supervisionato da Ernesto De Martino, uno dei massimi antropologi del 900’italiano.
Tra i tanti lavori degni di menzione anche il lungometraggio d’esordio Il tempo dell'inizio (1975) che narra la storia di un giovane rinchiuso per asocialità in un manicomio, dove vive in sogno un allegorico apologo sulle strutture repressive del potere e le opere influenzate da Kafka a cui si è ispirato per il film Il processo (1978) e Appunti per un film su Kafka. Nella colonia penale (2013). Fra i suoi moltissimi documentari si ricordano ad esempio Nascita e morte del meridione (1959), Le raccoglitrici di olive (1966), Carlo Gesualdo da Venosa (2009) e moltissimi altri”.
L’autore del testo Giacomo Martini, di origine greche ci ha offerto un proprio ritratto definendosi “un operatore ed un intellettuale abituato a lavorare sul campo. Tra le esperienze di cui va più fiero, quella alla direzione delle attività culturali della regione Emilia-Romagna, e l’incarico avuto al Dams (Dipartimento Arte Musica e spettacolo). Negli anni 80’ l’amore per la poesia mi ha spinto a fondare la casa editrice “I quaderni del Battello ebbro”, il cui nome si ispira ad un poema di Arthur Rimbaud intitolato “Le bateau ivre”. Con essa ho curato la pubblicazione le collane di una trentina di monografie sul cinema e la redazione di tre distinte riviste di settore, dedicate ad arte, poesia e teatro”.
Nell’intervista ha parlato del legame speciale con Di Gianni, e della sua natura di antropologo che impiega il cinema per scavare nelle origini di una cultura... della sua collaborazione con De Martino e del vasto repertorio documentaristico..
Per Martini “Luigi ha saputo cogliere nei suoi documentari dedicati alla Basilicata l’anima di questa regione, in particolare verità e misteri” .
Non mancano cenni ad una delle principali fonti di ispirazione (Kafka) e agli scritti inediti di Di Gianni








