"La Guerra Uccide il Corpo e l'Anima", un evento a cura dell' ANVCG
"La Guerra Uccide il Corpo e l'Anima", un evento a cura dell' ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra)
“La guerra uccide il corpo e l’anima. Quello che resta”. È il titolo dell’evento commemorativo, tenutosi Martedì 29 Ottobre, presso la Sala Conferenze del Polo bibliotecario di Potenza per commemorare le vittime civili lucane durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, in particolar mondo, i caduti potentini nel tragico Settembre del 1943.
L’evento, promosso dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) è stato diretto dal designer e divulgatore storico Domenico Viggiano che ha discusso non solo dei bombardamenti in Basilicata ma anche dei danni collaterali legati alla presenza nel sottosuolo italiano, e quindi anche in Basilicata, di una quantità considerevole di ordigni bellici inesplosi, circa 15 mila tonnellate.
Per il Direttore del Polo, Luigi Catalani, il fine dell’iniziativa si “colloca nel solco di quel processo di conoscenza e valorizzazione della storia locale e della sua memoria”.
L’ ANVCG, diretto a livello interprovinciale di Potenza e Matera, Rocco Galante, è nata nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il 26 Marzo 1943, ma riconosciuta dallo stato solo nel 1947. Nel 1948 decisiva fu disposta per legge l’equiparazione tra invalidi civili di guerra e invalidi di guerra ex militari per tutti i benefici diversi da quelli pensionistici, mentre negli anni 50 l’Associazione divenne ente pubblico. Si arriva poi al 1965, quando fu organizzata a Roma la prima giornata nazionale “vittime civili di guerra”, con l’obiettivo di ricordare i caduti, le sofferenze patite dalla popolazione italiana durante la guerra, e affermare con decisione il valore della pace nel mondo; da quel momento la giornata è stata celebrata con regolarità e dal 2017 venne trasformata in una ricorrenza ufficiale dello Stato, da celebrarsi il 1° febbraio di ogni anno, con il nome “Giornata Nazionale delle vittime civili di guerra e dei conflitti nel mondo”.
Tra le iniziative promosse a livello nazionale negli anni 90 si ricorda la raccolta fondi per la costruzione di un ospedale pediatrico a Sarajevo al termine della Guerra dei Balcani e la partecipazione alla campagna internazionale contro le mine antiuomo.
Viggiano ha rievocato le tre operazioni condotte dagli Alleati per liberare il Sud dall’occupazione nazi-fascista: gli sbarchi a Salerno (Operazione Avalanche), a Taranto (Operazione Slapstick) e a Reggio Calabria (Operazione Baytown). Quella che riguardò più da vicino la Lucania fu ovviamente l’ultima, con i canadesi che partirono da Villapiana per tagliare le vie di fuga ai tedeschi.
In Basilicata caddero 380 mila tonnellate di sole bombe aeree (senza considerare il materiale d’artiglieria abbandonato sul suolo dalle forze occupanti), di cui oltre 15 mila tonnellate sono inesplose, e dunque da sanare, il che dilata temporalmente oltremodo la durata di un conflitto, che non può considerarsi concluso a distanza di oltre 70 anni.
Si tratta “di ordigni inesplosi che possono trovarsi dappertutto, specie in zone considerate franche: terreni agricoli, zone di campagna, boschi, argini dei fiumi, come il Melandro da noi o il Tanagro in Campania. Sono bombe con all’interno materiale potenzialmente esplosivo ancora oggi, a distanza di 80 anni (tritolo, polvere da sparo).Il consiglio, in caso di ritrovamento accidentale di uno di essi è al limite fare una foto e chiamare il 112 affinché le Forze dell'Ordine provvedano al disinnescamento, ma allontanarsi il prima possibile”.
Nel convegno sono stati illustrati alcuni tipi di ordigni bellici e relativo sistema di funzionamento/esplosione: bombe anticarro (inglesi), bombe a mano a uovo (tedesche) usate per uccidere sia militari che civili, piastrine esplodenti al semplice contatto (vittime usuali bambi e contadini), bombe da mortaio (di tipo americano), bombe nk2 (americane, a forma di ananas e ideate per uccidere quante più persone possibile nel suo raggio di esplosione)
A margine dell’evento, l’Associazione, ha presentato l’iniziativa che prevede la realizzazione di un Monumento alle Vittime Civili di Potenza della Seconda Guerra Mondiale, "per creare un senso di memoria condivisa e non individuale". Si stima- ha ricordato Vaccaro "che la II Guerra Mondiale abbia causato in Italia numeri simili alla Prima Guerra Mondiale, oltre 500 mila caduti di cui 200 mila vittime civili, tra rastrellamenti e bombardamenti"







