“Musa plebea. Fuga dagli estetismi”. Si intitola così il libro dell’artista militante originario di Ferrandina, Nicola Filazzola. Edito da Gruppo Albatros Il filo (316 pp, 2023), il testo è stato presentato, Lunedì 18 Novembre, presso la Sala Conferenze del Polo Bibliotecario di Potenza.
L’autore è solito definire la sua produzione come una forma d’arte pluriforme che lega tramite una forte coerenza interna le varie espressioni estetiche da lui sperimentate, dai disegni agli scritti, passando per i componimenti poetici. Inoltre, la sua è un’arte antideologica e contro il potere, che mira a dare voce e centralità alle classi subalterne.
L’autore vive e lavora a Matera con uno studio negli antichi rioni Sassi della città. Agli inizi degli anni ’70 incrocia l’attività artistica con la passione politica e l’impegno civile. Da allora, molteplici intellettuali hanno scritto e parlato di lui. Inoltre, ha tenuto mostre personali nelle maggiori città italiane ed estere, e promuove tuttora nel suo studio interessanti dibattiti culturali (ad esempio quelli con le opere di Tonino Guerra e Natale Addamiano)
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Ad esempio, ci sono 6 acqueforti in Violenza e politica in provincia di Matera, 1902-1940, volume a cura del meridionalista Raffaele Giura Longo e Antonello Trombadori, all’interno del quale oltre alla ricostruzione di eventi decisivi durante l’occupazione fascista del materano (su tutti la Rivolta di San Mauro forte del 1940, ingaggiata dai contadini stufi degli errori presenti nelle loro cartelle esattoriali.
L’autore ha esplicitato la nozione di “musa plebea”, e il legame che lega l’agire artistico al rapporto tra natura e cultura, alla base di ogni civiltà e di cui lo stesso Filazzola cerca una modernizzazione possibile: “personalmente non credo nella musa “ispiratrice”, ma nel lavoro e nella volontà di conoscere tutto ciò che ci circonda, la natura, la realtà...se proprio vogliamo individuarne una la mia musa è stata la natura intesa come la curiosità che porta l’artista a occuparsi delle “povere cose, plebee”.
In che senso si può aspirare ad una “modernizzazione” del rapporto natura-cultura? Per l’artista “da noi in Basilicata è ancora forte il legame con la natura, che spesso cozza con l’idea di una civiltà “moderna” intesa come modo diverso e alternativo di vivere il quotidiano e stare insieme... un dualismo che mi ha sempre intrigato e che ho cercato di tradurre in immagini, siano esse poetiche o artistiche
Relativamente alle attività nello studio presso i Sassi di Matera Filazzola ha rievocato alcuni dei più importanti artisti che lì hanno transitato, da Wim Wenders (regista di film come “Il cielo sopra Berlino” e “The million dollar hotel”) a Gillo Pontecorvo de “La Battaglia di Algeri”, passando per la mostra delle opere di Tonino Guerra, che scoprì la passione per la pittura, e la ceramica nel momento in cui smise di fare lo sceneggiatore per il cinema (si pensi alla sceneggiatura di “Cristo si è fermato ad Eboli” di Francesco Rosi; famosi ad esempio, tra le sue sculture sono i mobilacci.









