Si intitola “Toti Scialoja Catalogo generale dei dipinti e delle sculture 1940-1998" ed è il volume, pubblicato da Silvana Editore che il Polo Bibliotecario di Potenza ha avuto il privilegio di presentare Mercoledì 4 Giugno.
Il testo, a cura dello storico dell’arte Giuseppe Appella, ricostruisce in 768 pagine l’intero corpus di oltre 2700 tra opere su tela, sculture o realizzate su altro supporto che l’artista romano nato, nel 1914, ha prodotto in quasi 50 anni di carriera, tra il 1940 ed il 1998, anno della sua morte. Lo svolgimento del lavoro condotto nel volume è stato reso possibile, dall’accostamento e dalla ricerca condotte su un’ampia produzione documentale (cataloghi, libri, foto d’epoca con annotazioni, lettere) raccolte dall’artista nel tempo e oggi custodite dalla fondazione romana a lui intitolata.
Un simile lavoro di ricerca ha permesso da un lato di “recuperare” mostre e voci bibliografiche inedite o in alcuni casi opere dimenticate o disperse attraverso i legami collezionistici che li legano, dall’altro di evidenziare le principali tappe esistenziali ed artistiche che hanno fatto dell’autore un assoluto protagonista del suo tempo nei vari ambiti culturali in cui si è cimentato. Il volume segue le vicende biografiche e artistiche dagli esordi sino agli ultimi anni, e il passaggio cruciale nell’arte del 900’ dal figurativo naturalistico- espressionistico all’astrattismo, che passa attraverso la decostruzione o azzeramento della forma e struttura figurativa della struttura figurativa e si pone “non come espressione del vissuto, ma come un vivere dentro l’opera” secondo le parole dello stesso Appello
Dall’esperienza di docente a quella di Direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, dai suoi dipinti alle sculture, passando per le personali concezioni teoriche da lui elaborate in ambito artistico, la carriera di Scialoja ha attraversato anche i campi della poesia, del teatro e della riflessione critico-letteraria (poesia) e artistica (pittura). Nella sua vita è stato tra le tante cose anche costumista teatrale, scenografo per programmi televisivi della rai degli anni 70’ dedicati ai ragazzi.
La presentazione ha voluto mettere in mostra anche le relazioni (es.carteggio con Curzio Malaparte) e i gusti intellettuali (es. libri illustrati per l’infanzia e i fumetti del “Corriere dei piccoli”) di Scialoja, i rapporti con la Basilicata e i tanti viaggi compiuti a Potenza e a Matera e nei diversi paesi che richiamavano il ricordo degli amici Leonardo Sinisgalli, Libero De Libero, Nicola Chiaromonte, Gerardo Guerrieri, Giovanni Russo, Mario Trufelli.
Un servizio televisivo del 1991 (in merito aduna mostra di Scialoja presso la Galleria d'Arte Moderna di Roma) il giornalista Mario Trufelli offrì un ritratto dell'artista, per il quale “la pittura, è un movimento verso, una forma di redenzione dalla vita e i dolori, la tristezza e la corruzione che essa porta con sé, e ciò a prescindere dalla forma d’arte usata, figurativa o astratta”.
Nelle parole della prof.ssa Cuozzo, docente di Arte contemporanea presso l’Unibas “il testo di Appella è un’impresa editoriale e storico-artistico, un catalogo generale che comprende quasi tremila opere, con un apparato biografico e della fortuna critica dell’opera di Scialoja dettagliatissimo. Un genere di impresa a cui l’autore non è nuovo, sia in termini di realizzazione di cataloghi dedicati ad artisti importanti del 900, sia in termini di mostre e scritti di autori meno noti, anche lucani come Masi e Guerricchio che meritavano di essere conosciuti. O ancora in termini di cura della promozione culturale, basti pensare alle grandi mostre nei Sassi di Matera, alla creazione del MUSMA (Museo della scultura contemporanea), o la fondazione del polo museale nel suo comune di nascita, Castronuovo di Sant’Andrea”.
La scrittura del saggio - ha proseguito la docente- rimarca “la rigorosa impostazione metodologica di carattere storico-filologica che ha guidato il lavoro dello storico dell’arte Appella, e che è indice di un’ossessione per la completezza archivistico- documentale. A ciò si unisce la peculiarità del suo spirito critico-interpretativo, che fa della sua stessa critica un atto artistico, creativo”.
Il prof. Vitelli ha citato i caratteri dello Scialoja poeta, in particolare la poesia del senso perso (dove ricorrente è la presenza degli animali e la nomenclatura dei luoghi declinati con nomi propri) e il ricorso all’antica struttura compositiva dell’esametro.
Il curatore del volume, Giuseppe Appella ha dichiarato che “il mio è stato un lavoro di restituzione di quanto ho appreso da lui e dagli altri di cui mi sono occupato. Analogamente a quanto ha fatto Toti ogni volta che siamo scesi in Basilicata. Ne è un esempio il legame con Trufelli che svolgeva un mestiere con il linguaggio televisivo che Toti non conosceva ma che avrebbe potuto imparare... o ancora il celebre verso del non senso “I bassotti di Pisticci si bisticciano se alticci”, nato dalla visione durante un viaggio in quel comune di quattro ragazzi con i propri cagnolini...”.















